Un colpo di pistola è stato sparato all’improvviso, a bruciapelo, da dietro. Il cardiologo Gaetano Alaimo, 65 anni, non poteva immaginare cosa lo attendesse e dopo quell’esplosione, ovviamente, non poteva scappare. Ieri pomeriggio nella clinica di Favara, in provincia di Agrigento, il rogo è stato acceso da un suo paziente, il custode Il bicchiere di Adrianoche ha 46 anni.
Cardiologo assassinato a Favara: l’assassino era un paziente da anni
È uscito di casa armato, ha raggiunto la clinica e lo ha ucciso in pochi secondi. Per questo gli inquirenti non hanno dubbi: si è trattato di un omicidio premeditato. Il movente deve ancora essere chiarito con precisione, ma secondo i ricercatori andrebbe ricercato nel rapporto professionale tra medico e paziente. Un rapporto che va indietro nel tempo. Adriano Vetro non si sarebbe sentito ben curato, non condividendo né la diagnosi di scompenso cardiaco né il percorso terapeutico a cui mirava.
IL PIANO PAZZO
Non tutti i tasselli della vicenda sono stati a questo punto messi a posto, ma quella che emerge ora dopo ora dalla ricostruzione dei carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale, guidata dal colonnello Vittorio Stingo, ha tutti i tratti di un pomeriggio pieno di follia. . Lo sfondo è stato pubblicato qualche giorno fa. La vittima e l’assassino stavano già litigando. Alcuni dicono che il paziente diventato killer temeva che la sua patologia non gli avrebbe permesso di rinnovare la patente. Presumibilmente ha insistito per persuadere il medico, nonostante la sua diagnosi. Invece Vetro era pronto a tutto, anche a sottoporsi a un intervento chirurgico. Tutti gli articoli devono essere confermati. Abbastanza sicuro, dopo la conversazione, il custode (che aveva una fedina penale pulita) è stato accecato dalla rabbia e ha agito. Armato di pistola, è arrivato al palazzo di via Giovanni Bassanesi, in un nuovo quartiere della città di Agrigento. Non era un giorno lavorativo nello studio del dottor Alaimo. La porta della pratica era chiusa e Vetro l’aprì senza suonare il campanello: entrò e sparò un solo colpo a distanza ravvicinata. C’erano anche altre persone nella sala d’attesa: un medico, un’infermiera e una segretaria. Non c’erano altri pazienti come spesso accade, in quanto la scena del delitto è nel laboratorio che svolge anche la riabilitazione cardiologica di concerto con la società sanitaria provinciale.
FUGA E CATTURA
Sono stati proprio i testimoni a dare ai carabinieri il nome dell’ormai evaso Adriano Vetro. L’esercito è andato a cercarlo nella sua casa in campagna. Quando sono arrivati, era appena sceso dall’auto e stava per entrare in casa. Aveva in mano l’arma del delitto, un proiettile ancora nella camera. Ma quando ha visto la pattuglia, non ha opposto resistenza e si è subito arreso. Poco dopo ha detto di aver trovato per caso la pistola con cui ha ucciso il cardiologo nel campanello. Una versione ritenuta improbabile. A quel punto il 46enne è stato portato in caserma, dove è stato interrogato dal procuratore facente funzione Salvatore Vella, e poi trasferito nel carcere di Agrigento. I carabinieri hanno sequestrato la cartella clinica di Vetro, che era stato visitato anche da altri medici del centro di cardiologia.
LA VIOLENZA
Favara ricade ora nell’incubo della violenza. Troppi colpi sono stati sparati nella città di Agrigento negli ultimi anni. Assassini di mafia fucilati per una guerra che si è spostata dalla Sicilia al Belgio. Nell’estate del 2021, l’ex presidente del consiglio comunale Salvatore Lupo è stato assassinato, ucciso a colpi di arma da fuoco in un bar. L’ex genero sarebbe stato licenziato per motivi economici. «Solo questa mattina – racconta il sindaco, Antonio Palumbo – avevo preso posizione sulle vessazioni di un imprenditore, chiedendo la collaborazione dei cittadini e ribadendo che Favara rifiuta ogni forma di violenza e sopraffazione. Ora un nuovo atto di sangue sta devastando la città. Molti cittadini sono preoccupati e stanchi. Serve un grande passo avanti dal punto di vista culturale, ma per questo, ripeto, serve lo Stato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA